Imprevedibile visita con Umberto Eco all'università di Teheran

بهمن بلوک نخجیری
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Ho letto sul canale Telegram che uno scrittore russo terrà un discorso all'Università di Teheran. Avendo partecipato alle precedenti conferenze con scrittori russi l'anno scorso, potevo immaginare cosa si sarebbe detto. Un altro ammiratore di Putin e del suo governo che sostiene la cosiddetta "operazione militare speciale" contro l'Ucraina e la chiesa ortodossa.

Tutti sono stati invitati a partecipare alla conferenza, ma le domande inaspettate non sarebbero state assolutamente gradite. Sapendo tutto questo, ho deciso di partecipare a quell'evento. Erano le 10 ed ero nella sala conferenze. I professori erano seduti in prima fila. La professoressa Alavi lo ha presentato e poi lui ha cominciato a parlare.

 

- Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi; ma nella chiesa preferisco dir cinque parole intelligibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua”.

Ha parlato brevemente delle sue opere e poi ha chiesto ai partecipanti di porre le loro domande. Dopo aver ascoltato il suo discorso, ho alzato la mano per chiarirmi tutto su uno dei suoi romani che si ispirava alle opere letterarie medievali di scrittori russi, tutte le cui opere riflettevano testi religiosi.

 

- Nella letteratura storica pre-rivoluzionaria si esprimeva, seppur molto timidamente, l'idea che la Chiesa ortodossa, a differenza della Chiesa cattolica, non utilizzava metodi inquisitori per trattare con coloro che si opponevano all'ideologia religiosa e all'oppressione feudale, e non disponeva di un apparato speciale per questo. Lei non è d'accordo?

- Cerchiamo di fare di Gesù Cristo e del Suo Vangelo il centro di tutto ciò che facciamo, glorificando Dio nella bellezza del nostro culto e preservando attentamente le pratiche di fede della Chiesa primitiva. Ci spingiamo verso l'obiettivo di diventare più simili al nostro Signore e Salvatore, desiderando amarci e prenderci cura gli uni degli altri e di coloro che fanno parte della comunità più ampia. Con la grazia dello Spirito Santo, preghiamo affinché la nostra parrocchia diventi una sorgente vivificante della fede cristiana ortodossa per il popolo della Russia.

 

- Come valuta il suo romanzo?

 

- Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni. Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.

 

- Cosa le viene in mente quando lei parla di epoca medievale?

 

- Nel Medioevo cattedrali e conventi bruciavano come esca; immaginare una storia medievale senza un incendio è come immaginare un film della seconda guerra mondiale nel Pacifico senza un aereo da combattimento abbattuto dalle fiamme.

 

- Cosa si aspetta da un uomo colto?

 

- Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unicomomento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti.

 

- Come pensa della democrazia in Russia e della guerra tra il suo paese e l'Ucraina?

 

- Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia. E secondo me la Russia è in pericolo.

È meglio conosciuto per un frammento di un articolo nell'882 del “Racconto degli anni passata”, secondo il quale questa frase è pronunciata dal principe Oleg: “E Oleg si sedette per regnare a Kiev”, e Oleg disse: “Possa questa essere la madre di città russe”.

E ora la Russia ha invaso e aggredito sua madre che voleva semplicemente essere indipendente. Questa guerra è considerata sacra dai governanti come le guerre che furono iniziate dai sacri guerrafondai nel Medioevo, ma anche una guerra santa è una guerra. Per questo forse non dovrebbero esserci guerre sante.

 

- Anche noi abbiamo sofferto di guerre sacre nella nostra storia antica e contemporanea. Grazie per le sue risposte! Ad essere sincero, lei mi ricorda il grande scrittore italiano, Umberto Eco.

- In realtà, una volta l'ho incontrato in Italia e gli ho stretto la mano. Può sembrare esagerato ma molti critici in Russia mi chiamano Umberto Eco della Russia. Devo ammettere con gioia che non ho nulla contro questo titolo.

 

- È un onore conoscerla, caro Umberto!