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نشریه ادبی بال

بال یک نشریه مستقل اینترنتی است، که به ادبیات روسی اختصاص دارد و می کوشد خوانندگانش را با چهره های برجسته معاصر و قدیمی ادبیات روسی و نیز آثارشان آشنا نماید. بخش عمده مطالب نشریه ترجمه است. عنوان نشریه از ...

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RusieiDigar

نشریه روسیه‌ای دیگر

روسیه ای دیگر دریچه ایست به نمایی دیگر از سیاست و جامعه روسیه که متفاوت با تصویر بازتاب یافته در رسانه های عمده ایران و جهان است. دریچه ای به سوی عدالت طلبی ها و تلاش برای دستیابی به یک جامعه باز و بازتاب صداهای ناشنیده یا کمتر شنیده شده...

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رسیده ام به آخر فصلی که مرگ شاعرانگیم بود، شروع تازه برگی به روی جاده تنها، تپیدن دل جاده میان باد پریشان، غریو باد پریشان میان بارش باران...

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در خیابان های حیفا گام برمی دارم و نام تو را بر فراز باغ های ایرانی در کنار نام تمام آن ها که به خاطر خلق سرگردان فلسطین، زیتون های سبز امید را با سرخ ترین خون ها آبیاری کردند، در کنار نام خالد که روزی به حیفا باز می گردد، که روزی با افتخار ...

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نشریه Крыло

Я не могу летать в своей реальной жизни. Мои крылья сломаны. Я летаю только в своих мечтах, где мои крылья свободны...

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Ala

نشریــه Ala

Non posso volare nella mia vita reale. Le mie ali sono rotte. Volo solo nei miei sogni dove le mie ali sono libere...

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DustiazOstralia

دوستی از استرالیـــا

دونالد چالمرز دوستی از استرالیاست، که تو پاییز 94 وقتی دانشگاه تهران بودم باهاش آشنا شدم. این دوست بسیار عزیز و فعال حقوق بشره، مطالب این وبلاگ ترجمه ای از نوشته های دونالده که برای تشکر و قدردانی از مهربانی ها و دوستی هاش ایجاد شده...


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 درباره سایت 

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به رویاهایت چنگ بینداز،
چراکه اگر رویاها بمیـــــرند،
زندگی به پرنده شکسته بالی بدل خواهد شد،
که پرواز نمی تواند.

(لنگستون هیوز)

نشریه Ala

Passeggiando nel museo della seconda guerra mondiale

Passeggiando nel museo della seconda guerra mondiale

Lahijan ha molti luoghi turistici che colpiscono l’occhio, ma voglio presentarvi un museo davvero unico dedicato alla seconda guerra mondiale situato intorno alla città. Di seguito potete leggere la mia intervista alla giovane proprietaria del museo Vanguard, Karen Omidi.

- Quando le è venuta in mente l'idea di aprire un museo?
- Fin dall'infanzia sono stato affascinato dalla storia della seconda guerra mondiale. Quando avevo 9 anni ho iniziato a guardare film e documentari sulla seconda guerra mondiale e gradualmente ho cercato di ampliare le mie conoscenze studiando libri. L'idea di aprire un museo privato mi è venuta in mente per la prima volta quando avevo 14 anni e ho visitato il museo Freud a Vienna che si trovava in un piccolo appartamento a differenza di altri musei che avevano grandi sale e molto spazio. Così ho deciso di utilizzare il vecchio edificio vicino alla fabbrica dei miei genitori per realizzare il mio museo privato. Durante i viaggi di lavoro dei miei genitori in Europa ho visitato molti luoghi storici e musei e raccolto diverse cose appartenenti alla seconda guerra mondiale. Nel frattempo, ho studiato a fondo le risorse storiche scritte in inglese sulle potenze Alleate e dell'Asse. 

Ho anche studiato il ruolo dell'Iran nella seconda guerra mondiale e le ragioni della sua occupazione. La cosa più interessante per me è stata partecipare agli eventi dedicati a onorare le operazioni di guerra e coloro che hanno partecipato alla guerra, ad esempio all'operazione Husky in Sicilia, dove ho incontrato e parlato con i veterani. Ho visitato non solo i fronti in Italia ma anche in Francia, Germania, Belgio, Olanda, Repubblica Ceca, USA... dove ho raccolto altro materiale storico. Infine, il mio museo è stato aperto nel 2022 con la presenza del deputato del ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo d’Iran. Contemporaneamente, abbiamo iniziato le nostre attività sui social media e gradualmente sono aumentati i nostri visitatori da scuole e università. Abbiamo tenuto un memoriale per onorare le vittime iraniane della seconda guerra mondiale con la presenza della Marina Militare iraniana. Dall'inizio delle nostre attività nel museo, abbiamo avuto tanti visitatori stranieri dall'Europa occidentale e orientale, dall'Africa, dall'India, dal Pakistan, dalla Russia e dalla CSI. Abbiamo due obiettivi: ampliare la conoscenza degli iraniani sulla seconda guerra mondiale e far conoscere agli stranieri ciò che è accaduto nel nostro paese durante questa guerra.
 

- Ci parli delle sale del museo e del feedback che ha ricevuto dal visitatore.
- Il museo dispone di 8 sale appartenenti agli alleati orientali, all'URSS, all'Alleanza dell'Asse, all'Iran e alle armi, biblioteca, sala dell’apparat e ufficio. Ogni stanza è progettata appositamente per creare una migliore immaginazione degli eventi nella mente dei visitatori. Cerchiamo di spiegare gli eventi storici, ad esempio le catastrofi come l'Olocausto, la resistenza in Francia e in Italia, diverse operazioni in Europa e in Africa, la battaglia di Stalingrado, l'occupazione dell'Iran … utilizzando gli oggetti raccolti, i documenti e i filmati. 
Per quanto riguarda i feedback che ho ricevuto dai visitatori iraniani devo dire che per ognuno di loro la storia della propria città è molto interessante. In questo museo possono prendere coscienza di quanto accaduto nelle loro città e province durante la seconda guerra mondiale. Ad esempio per la gente di Lahijan è doloroso sapere che la loro città è stata bombardata dalle truppe dell'URSS e alcune persone sono state uccise in questo bombardamento.
Per i visitatori stranieri è così sorprendente vedere che un museo in Iran è dedicato alla seconda guerra mondiale e riflette la storia delle loro città e le storie dei loro compatrioti che hanno preso parte a questa guerra.

- Lei ha visitato così tanti musei in Iran e in altri paesi. Ha qualche collaborazione con loro?
- Tra i musei molto attraenti che ho visitato posso nominare il museo militare di Bastogne in Belgio, il museo privato Venafro in Italia e il grande museo militare di Parigi per i cui proprietari è stato molto interessante conoscere meglio il nostro museo.

-Potrebbe darci maggiori informazioni sui reduci della seconda guerra mondiale che ha visitato?
- In Olanda ho visitato un veterano britannico di nome Joe Catney, un uomo molto comprensivo che è rimasto piuttosto sorpreso quando ha sentito parlare del nostro museo. Ricordava i soldati e i comandanti dell'operazione di cui parlavo. Sfortunatamente, di recente, sono stato informato che è morto. Ho conosciuto anche un anziano testimone dell'operazione degli americani in Sicilia con il quale ho parlato del nostro museo.

- Lei colleziona icone e oggetti appartenenti al cristianesimo. Potrebbe spiegarci perché espone questi oggetti nel suo museo?
- Tutti i luoghi religiosi nelle città e nei villaggi erano in qualche modo collegati alla guerra e ai soldati. Ad esempio in Normandia a Sainte-Mère-Église un paracadutista americano è atterrato sul pinnacolo del campanile della chiesa di Sainte-Mère-Église, il primo villaggio ad essere liberato dall'esercito degli Stati Uniti durante l'operazione Overlord il 6 giugno 1944. Oggi, questi eventi sono commemorati dal Museo Airborne (Sainte-Mère-Église) in Place du 6 Juin nel centro di Sainte-Mère-Église e nella chiesa del villaggio dove un paracadute con l'effigie del Private Steele nella sua uniforme Airborne pende dal campanile. I segni dei colpi di arma da fuoco sono ancora visibili nei muri di pietra della chiesa. Una delle sue vetrate raffigura la Vergine Maria con i paracadutisti che cadono in primo piano. 
Nella seconda guerra mondiale molti soldati anche i non credenti portarono con sé una croce. Quindi non c'era lotta contro l'ateismo ma contro il fronte del nemico. Ciò testimonia l'aspetto spirituale della guerra che è di grande interesse per i visitatori iraniani.

- Lei ha realizzato alcuni cortometraggi. Continuerà a fare film?
- Ho realizzato tre cortometraggi che sono stati proiettati in diversi festival, ad esempio in Texas e Tbilisi, che hanno anche vinto dei premi. Il mio obiettivo principale nel realizzare film era quello di riflettere i diversi aspetti della seconda guerra mondiale, ma poiché questo tipo di film è meno attraente per il pubblico e a causa delle elevate spese di realizzazione, preferisco concentrarmi sullo sviluppo del mio museo.

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منتشــر شده در: « نشریه Ala » شماره 1 (Lugilo 2023)

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Una splendida giornata con il signor ambasciatore

Una splendida giornata con il signor ambasciatore

Il 17 luglio 2023 sono stato invitato dal signor Karen Omidi a visitare il suo museo privato chiamato Vanguard a Lahijan dove si può vedere una preziosa collezione di diversi materiali appartenenti alla seconda guerra mondiale. Oltre a me è stato invitato il Sig. Giuseppe Perrone, l'Ambasciatore d'Italia in Iran. Alla fine della visita ci siamo riuniti nell'ufficio di Karen e lui gli ha fatto alcuni regali in ricordo tra cui la mia rivista chiamata "Ala" scritta in lingua italiana (la prima rivista in lingua italiana pubblicata in Iran).

Il signor Perrone ha descritto quella giornata nuvolosa nella sua pagina twitter come meravigliosa. Spero davvero di poter in futuro organizzare eventi culturali e letterari all'università di Teheran e incontrarlo di nuovo tra gli studenti simpatici di lingua italiana e tutti coloro che sono interessati alla lingua, letteratura e cultura italiana.

La mia rivista contiene alcuni scritti creativi e un'intervista con Caren Omidi sul suo museo unico. Potete scaricare la rivista e dare un'occhiata al suo contenuto. Sarei felice e grato di ricevere i vostri commenti.

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Un ritratto dell'esecuzione di Hallaj

Un ritratto dell'esecuzione di Hallaj

Era la prima volta che andavo a Shiraz dove era pieno di monumenti e luoghi storici. Il terzo giorno ho deciso di visitare un museo appartenente alla dinastia Qajar chiamato Zinat-ol-Molk, figlia di un noto uomo ricco che era il governatore della città. Le donne a quel tempo avevano gradualmente iniziato a partecipare alle attività sociali e politiche. Zinat-ol-Molk è stata una di quelle donne che ha istituito una fondazione di beneficenza.

Ma la prima cosa che viene in mente quando si parla della dinastia Qajar è la spietatezza dei suoi governanti che ad esempio proprio in questa città uccisero e torturarono i credenti della nuova religione e il suo profeta Bab la cui casa fu addirittura distrutta per rimuovere tutto ciò che gli apparteneva dalla mente delle persone. Avendo tutto questo in testa, pensavo a cosa poteva aspettarmi in quel museo? Tesori di Zinat-ol-Molk, dipinti delle sue attività di beneficenza ...?

 

Ero annegato nel pensare che l'autista mi avesse detto che siamo arrivati. Il museo era dietro Narenjestan. La porta d'ingresso era di legno e ho dovuto chinare la testa per entrare nell'edificio. Davanti a me c'era un giardino molto affascinante, tipico di Shiraz. Le pareti erano per lo più blu, il colore preferito dell'architettura islamica. Le pareti interne erano coperte da specchi. Era così affascinante. Ho scattato così tante foto. Poi sono andato in veranda e mi sono seduto su una sedia per un po' a godermi la bellezza di questa casa. Ma sentivo che doveva mancare qualcosa. Doveva esserci un posto che non avevo visto. Per questo motivo, ho iniziato a camminare intorno all'edificio. Vicino alla porta d'ingresso ho trovato un corridoio nel seminterrato.

 

Quanto sono stato sciocco. Questa era la parte principale del museo. Entrando nel seminterrato, ho incontrato il manichino di una signora di mezza età in Hijab in piedi presumibilmente per accogliere i visitatori. Era la proprietaria di questa casa come era scritto; Zinat-ol-Molk. Ho tirato fuori il cellulare dalla tasca e ho fatto un selfie con lei. In quel seminterrato iniziò il mio viaggio nella storia. Prima Ciro e i suoi servi e visitatori che si inchinavano davanti a lui. Poi sua moglie, sua figlia... I sovrani di Shiraz incluso Karim Khan Zand... I famosi politici, filosofi, poeti, scrittori... di diverse dinastie, i famosi mullah ei loro seguaci.

Baba Taher il poeta conosciuto come "Orian" (nudo) forse per la sua riluttanza alle cose materialistiche ma non così tanto che si vede in Francesco d'Assisi che lasciò tutto ciò che gli apparteneva per entrare in un nuovo mondo di spiritualità . No, era come gli altri Sufi ma solo un po' diverso. Quando distolgo lo sguardo da lui, vidi una scena davvero unica in quel museo che stavo fissando da secoli. La scena dell'esecuzione di un uomo che indossa una Khirqah bianca (una lunga veste di lana) e guarda il cielo. Mi era noto. Avevo letto di lui quando andavo a scuola.

 

Era Hallaj che fu condannato a morte per eresia dagli ecclesiastici reazionari che non potevano tollerare che fosse uno specchio che rifletteva la verità. Lo guardo e gli chiedo: "Cos'è l'amore?" La stessa domanda che gli ha posto il giudice. E sono sicuro di ricordare la sua risposta che sta guardando ciò che considerava amore. Adesso lo guarda per sempre.

Oggi ho visto ciò che i miei compagni di scuola avevano visto tanti anni fa: la scena dell'esecuzione. Ma questa scena ha ormai perso la sua brutalità e disumanità. Assomiglia solo all'amore, un vero amore infinito per la verità.

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Alle 4 del Pomeriggio

Alle 4 del Pomeriggio

Ero davanti a casa sua e non sapevo se suonare o meno il campanello. Era un giovane così bello, che nei suoi occhi si poteva trovare la calma dell'oceano in un pomeriggio soleggiato. Essendo il più anziano tra i nostri compagni di classe, si comportava come un gentiluomo. Con la sua voce melodiosa si rivolgeva agli altri mentre il dolce sorriso non scompariva mai dalle sue labbra. Non dimentico mai il primo giorno che l'ho incontrato in classe. La nostra professoressa era una donna alta e anziana di Milano e non conosceva nemmeno una parola di persiano. Ha scritto alcune frasi sulla lavagna per insegnarci a presentarci. Ci ha chiesto uno per uno di ripetere quegli esempi sostituendo i nostri nomi. Quando è stato il suo turno ha iniziato a parlare fluentemente in italiano. La nostra bocca è rimasta aperta. Gli occhi del professore brillavano. Fece altre domande alle quali lui rispose immediatamente. Da quel momento in poi è diventato una Mecca per tutti noi soprattutto perché si è comportato in modo così umile e non ha mai rifiutato la richiesta di aiuto dei compagni di classe. Tuttavia, non ho mai osato avvicinarlo e fare conoscenza con lui poiché ero così timido e difficilmente facevo amicizia con gli altri. Fino a quel giorno uggioso al corso di teologia quando ero seduto in prima fila e sognavo come vestirmi e ballare per la festa che Mehrnoush avrebbe dato la prossima settimana. Sono stato invitato in modo del tutto inaspettato poiché non la conoscevo molto bene. Eravamo solo compagni di classe.

Ero annegato nei miei sogni che una voce aspra rovinava tutto, e all'improvviso mi sono ritrovato del tutto indifeso in un deserto davanti ai suoi occhi infernali. Mi ha urlato chiedendomi perché non ho prestato attenzione a quello che ha detto. Ho iniziato a scusarmi mentre balbettavo. I suoi occhi erano ancora fiammeggianti. Indicò con il dito i miei capelli. Ora ho capito tutto e ho fatto silenziosamente quello che mi ha ordinato di fare. Non riuscivo a fermare le lacrime che mi rigavano il viso.

Stava per iniziare la sua lezione che una voce interruppe il suo discorso. Era la sua voce gentile. Kian Razani. Prima si scusò e poi un fiume ruggente di parole brillanti gli uscì dalla bocca. "E tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre. Non chiunque mi dice: «Signore, Signore», entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli”. Poi si rivolse a me e disse: "Nessuno disprezzi la tua giovinezza, ma divieni esempio ai fedeli nella parola, nella condotta, nell'amore, nello Spirito, nella fede e nella castità”. Il silenzio prevaleva ovunque. 

Sembrava che il professore di teologia fosse piuttosto disperato. Non aveva niente da dire. Non so cosa sia successo dopo; Sono rimasto incantato dalle sue parole. Ho pensato alle sue parole quando ero solo. È stato un sollievo per me che soffrivo sempre di solitudine tra gli altri. 

Il secondo semestre era già iniziato ma lui era assente. Si diceva che non gli fosse permesso di frequentare le lezioni. Non ho chiesto perché. Ho appena chiesto al suo intimo amico di darmi il suo indirizzo. Gli ho detto che dovevo vederlo per l'ultima volta e apprezzarlo per quello che ha fatto per me quel giorno. Prima ha rifiutato la mia richiesta, ma io ho insistito con forza e lui ha accettato.

Ho noleggiato un taxi visto che casa sua era così distante. Adesso ero davanti a casa sua e non sapevo se suonare o meno il campanello. Ho guardato il mio orologio. Erano le quattro. È stato scritto nel Vangelo di Matteo che alcuni dei seguaci di Gesù Cristo quando Lo videro Gli chiesero di mostrare loro la Sua casa e Lui chiese loro di seguirLo. Quando sono arrivati erano le quattro. 

Ho suonato il campanello e lui ha aperto la porta. Era vestito di nero. Mi riconobbe subito e mi fece entrare senza dire una parola. Tre giovani erano seduti nella stanza. Mi ha chiesto di sedermi sulla quarta sedia. Mi presentò ai suoi amici e mi spiegò che era il loro incontro quotidiano dove leggevano opere bibliche e letterarie ispirate al cristianesimo scritte in diverse lingue. Ha poi iniziato a leggere con la sua voce melodiosa. L'ho solo ascoltato con tutto il cuore. Era come essere alla deriva sul Nilo; una tale tranquillità. Quando tutti uscivano di casa guardavo i suoi occhi brillanti e osavo chiedere perché non fosse venuto all'università. Si limitò a fissarmi negli occhi e sorrise in silenzio. Nel suo silenzio qualcosa gridava; qualcosa mi stringeva il cuore: la VERITÀ.

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Imprevedibile visita con Umberto Eco all'università di Teheran

Imprevedibile visita con Umberto Eco all'università di Teheran

Ho letto sul canale Telegram che uno scrittore russo terrà un discorso all'Università di Teheran. Avendo partecipato alle precedenti conferenze con scrittori russi l'anno scorso, potevo immaginare cosa si sarebbe detto. Un altro ammiratore di Putin e del suo governo che sostiene la cosiddetta "operazione militare speciale" contro l'Ucraina e la chiesa ortodossa.

Tutti sono stati invitati a partecipare alla conferenza, ma le domande inaspettate non sarebbero state assolutamente gradite. Sapendo tutto questo, ho deciso di partecipare a quell'evento. Erano le 10 ed ero nella sala conferenze. I professori erano seduti in prima fila. La professoressa Alavi lo ha presentato e poi lui ha cominciato a parlare.

 

- Io ringrazio Dio che parlo in altre lingue più di tutti voi; ma nella chiesa preferisco dir cinque parole intelligibili per istruire anche gli altri, che dirne diecimila in altra lingua”.

Ha parlato brevemente delle sue opere e poi ha chiesto ai partecipanti di porre le loro domande. Dopo aver ascoltato il suo discorso, ho alzato la mano per chiarirmi tutto su uno dei suoi romani che si ispirava alle opere letterarie medievali di scrittori russi, tutte le cui opere riflettevano testi religiosi.

 

- Nella letteratura storica pre-rivoluzionaria si esprimeva, seppur molto timidamente, l'idea che la Chiesa ortodossa, a differenza della Chiesa cattolica, non utilizzava metodi inquisitori per trattare con coloro che si opponevano all'ideologia religiosa e all'oppressione feudale, e non disponeva di un apparato speciale per questo. Lei non è d'accordo?

- Cerchiamo di fare di Gesù Cristo e del Suo Vangelo il centro di tutto ciò che facciamo, glorificando Dio nella bellezza del nostro culto e preservando attentamente le pratiche di fede della Chiesa primitiva. Ci spingiamo verso l'obiettivo di diventare più simili al nostro Signore e Salvatore, desiderando amarci e prenderci cura gli uni degli altri e di coloro che fanno parte della comunità più ampia. Con la grazia dello Spirito Santo, preghiamo affinché la nostra parrocchia diventi una sorgente vivificante della fede cristiana ortodossa per il popolo della Russia.

 

- Come valuta il suo romanzo?

 

- Un romanzo è una macchina per generare interpretazioni. Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.

 

- Cosa le viene in mente quando lei parla di epoca medievale?

 

- Nel Medioevo cattedrali e conventi bruciavano come esca; immaginare una storia medievale senza un incendio è come immaginare un film della seconda guerra mondiale nel Pacifico senza un aereo da combattimento abbattuto dalle fiamme.

 

- Cosa si aspetta da un uomo colto?

 

- Per me l’uomo colto non è colui che sa quando è nato Napoleone, ma colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unicomomento della sua vita in cui gli serve, e in due minuti.

 

- Come pensa della democrazia in Russia e della guerra tra il suo paese e l'Ucraina?

 

- Quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia. E secondo me la Russia è in pericolo.

È meglio conosciuto per un frammento di un articolo nell'882 del “Racconto degli anni passata”, secondo il quale questa frase è pronunciata dal principe Oleg: “E Oleg si sedette per regnare a Kiev”, e Oleg disse: “Possa questa essere la madre di città russe”.

E ora la Russia ha invaso e aggredito sua madre che voleva semplicemente essere indipendente. Questa guerra è considerata sacra dai governanti come le guerre che furono iniziate dai sacri guerrafondai nel Medioevo, ma anche una guerra santa è una guerra. Per questo forse non dovrebbero esserci guerre sante.

 

- Anche noi abbiamo sofferto di guerre sacre nella nostra storia antica e contemporanea. Grazie per le sue risposte! Ad essere sincero, lei mi ricorda il grande scrittore italiano, Umberto Eco.

- In realtà, una volta l'ho incontrato in Italia e gli ho stretto la mano. Può sembrare esagerato ma molti critici in Russia mi chiamano Umberto Eco della Russia. Devo ammettere con gioia che non ho nulla contro questo titolo.

 

- È un onore conoscerla, caro Umberto!

La Chiesa Triste D’Amore

La Chiesa Triste D’Amore

Avendo sentito parlare della grande scrittrice contemporanea Grazia Deledda, l'unica cosa che mi è venuta in mente è che affronterò un altro interessante libro femminista con i protagonisti unici che sono intrappolati nel mondo patriarcale e talvolta mysogenista ma senza arrendersi e fermare la loro lotta contro i avvenimenti cruciali.

Ma come la gente considera il femminismo nel mio paese? La risposta non è imprevedibile. Può reincarnarsi in una parola: ODIO, con tutte le lettere maiuscole per rivelare il suo vero significato che deve essere intensificato migliaia di volte in questo caso. Una parola che è diventata parte della nostra vita quotidiana. Ma pensando all'odio il mio cuore si riempie di amore, forse incomprensibile e grottesco. Ogni giorno, quando passo per la strada più antica della città, non dimentico mai che c'è qualcosa che è scomparso dagli occhi della gente, anche se esiste come una torcia davanti ai loro occhi. Un edificio molto vecchio con muri pallidi, un tetto marrone danneggiato e una piccola porta di legno. La gente parcheggia le macchine davanti ad esso, ma non protesta mai, non li delude mai del tutto al contrario li accetta con tutto il cuore. Un cuore che non smette mai di diffondere l'odore dell'amore ovunque possa. E mi sono innamorato di questo odore. Sto parlando di una chiesa triste. Una chiesa che sente l'amarezza della solitudine con ogni mattone di se stessa.
Quando è stato costruito più di un secolo fa non ha mai sognato giorni così cupi. Gli armeni che vivevano nella città furono costretti a lasciarla per sempre non potendo nascondere le loro lacrime dai loro dolci ricordi che risiedevano in questo edificio innocente. Scomparvero e i ricordi divennero invisibili agli estranei. Anch'io ero un estraneo, ma la luce della verità mi rendeva tutto visibile.

Ora sono davanti alla chiesa con in mano il libro di Grazia Deledda. Non la versione italiana, ma la sua traduzione. Guardo di nuovo il titolo del libro che è molto confuso. PERCHÉ mai questo titolo? "Maria L’Abbandonata". Perché il traduttore ha deciso di ignorare l'estetica del titolo originale? Forse per aver ucciso il femminismo esistente nella storia. Forse per aver ucciso la vera Maria. Sì, è possibile perché la chiesa è un luogo sacro e il femminismo non può essere sacro. E Maria è abbandonata perché anche lei non può essere sacra. Questa è considerata una conclusione ragionevole e realistica per questo odioso cambiamento nascosto del titolo.

Guardo di nuovo alla chiesa e alla sua campana che non sarà mai suonata. Una chiesa che i suoi amati sono stati costretti ad abbandonarla, ma non abbandona mai la verità e l'AMORE.

Sono ancora qui

Sono ancora qui

A Firenze, nell'estate del 1501, un uomo chiamato Antonio Rinaldeschi fu arrestato e impiccato per aver tirato sterco di cavallo sullimmagine della Madonna esposta in un tabernacolo. La pena fu severa, anche per quei tempi, dato che i crimini dei quali fu accusato, bestemmia, blasfemia e tentato suicidio, non erano normalmente puniti con la pena capitale. Sacrilegio e Redenzione nella Firenze rinascimentale indica una serie di nuove fonti, scoperte in relazione allepisodio. Gli autori ci svelano come il contesto politico e religioso della Firenze rinascimentale abbia influito sia sulla sentenza di morte di Rinaldeschi, sia nella creazione da parte dei seguaci di Savonarola di una nuova devozione nel cuore della città a memoria dellevento. Alla vicenda di Antonio Rinaldeschi si ispirò anche un antico dipinto del 1502 (oggi restaurato e conservato al Museo Stibbert di Firenze), di cui sono riprodotte fedelmente alcune scene allinterno del volume, mentre in copertina appare per intero. Traduzione di Simona Calvani Se in vita, per la sua riprovevole condotta, Antonio Rinaldeschi pagò contanti, come afferma con disprezzo una nota al margine del Libro delle Condanne, il fato è stato poi benevolo verso la sua memoria, affidandola alle menti penetranti e alle abili penne di due grandi storici, che hanno saputo conferire la levità di una novella ad un lavoro scientificamente magistrale.
“Sono ancora qui, impiccato alle finestre del Palazzo del Capitano. Era l’estate del 1501, la nerissima notte della mia vita. Mi sono condotto alla morte dai Neri, i carnefici con gli abiti neri che non avevano e hanno nessun occhio, ma solo orecchi per ubbidire ai comandi. E gli Otto di persecuzione e tortura per sbarazzarsi d’un prigioniere già confessato i propri peccati, li hanno comandato d’usare la propria corda sacra per farmi tacere per sempre il più presto possibile, per il crimine imperdonabile d’imbrattamento della loro Vergine con lo sterco d’asino, e perché ero un giocatore sfortunato d’azzardo e ho provato disperato di uccidermi con un coltello, avendo visto i mercenari degli Otto strisciando come i serpenti infernali intorno a me nel giardino d’un’osservanza, dai monaci di cui aspettavo l’aiuto, ma i loro abiti avevano fatto i nobilissimi impostori.
E il popolo, che recentemente avevano perso il loro nuovo santo, Fra Girolamo, mi guardavano e celebravano una festa doppia; festa di Santissima Puttana di Cristo e festa di Giustizione d’un Povero Cristo; benché non fossi né povero né di Cristo, ma un erede non degno per il mio Padre non eterno, un infame straniero per i cittadini pii delle varie fazioni, gli Ottimati, i Grandi, il Popolare, per tutti e adesso un gran bestemmiatore. Scrivettero, essendo stato la vergogna della storia, che mi ebbero sepolto in un cimitero che appartenne ai Neri, ai carnefici acceccati dagli Dieci di libertà e pace ecclesiastiche. É veramente giusto che le bugie abbiano le gambe lunghe.

Ma io sono ancora qui, appeso alle finestre della solitudine e mi hanno visto finalmente due stranieri con i suoi occhi vigili, non credendo mai le propagande ipocrite degli Otto o dei Dieci che rispettavano e rispettano i diritti dell’uomo in modo ecclesiastico! E hanno scritto un libro intitolato “Sacrilege and Redemption in Renaissance Florence, The Case of Antonio Rinaldeschi” per accorciare le gambe di quella e le altre bugie. E forse i traduttori per amputare queste gambe accorciate l’hanno tradotto in italiano, rumeno, spagnolo, russo e adesso in una lingua, in cui parlano le clientele nuove di Girolamo. Dubito che mi possano vedere. Dubito che mi possano capire. Dubito che leggano la traduzione dei miei dolori infiniti. Dubito.

Ma ancora sono qui, sospeso nell’aria. E guardo alla gente che mi vede, mi legge, mi capisce e alle gambe amputate, questa volta da un povero cristo, benché sia né di Cristo, né ...”.

I Proverbi RIVOLUZIONARI

I Proverbi RIVOLUZIONARI

Dal libro “Siamo titti usciti dal cappoto del Santo Impostore”, scritto dal Gran Tosatore Divino, MoMo, tutte le opere ultraspirituali di qui sono tradotte nelle varie lingue, especialmente nel russo. Anche voi potete comprare uno, dunque non perdete il tempo e scoprite voi stessi ciò que è uscito e ancora esce dal SUO cappotto.

Confiteor, ergo sum: “Mi confesso, dunque esisto” – Constatazione fondamentale dell’esistenza di un soggetto confessante, sulla quale Santo Impostore costruì il suo sistema filosofico. Secondo il suo sistema tutti colori che non si confessano i propri peccati di fronte ai Tosatori Divini, devono scontare 10 anni di prigione e tortura.
Quisque propheta tantum in patria: “Tutti sono profeti solo in patria” – Espressione di origine rivoluzionaria riferita al fatto cha la predicazione di Santo Impostore proprio nella sua madrepatria nella piazza “Verità”. Si usa per sottolineare che è più facile trovare riconoscimenti o successo all’interno che non al di fuori del proprio ambiente rivoluzionario.
In me veritas: “La verità sta in me” – Espressione di origine post–rivoluzionaria che si rifreisce al fatto che Santo Impostore SEMPRE parla in genere senza inibizioni, e di consequenza rivela VERITà che i suoi nemici tenderebbero a tenere nascoste.
Homo homini speculator: “L’uomo è spia per l’altro uomo” – Parole sacre di Santo Impostore (Un uomo nuovo, p. 248) divenute proverbiali in seguito alla loro riprese da parte del filosofo marziano Lord Suppressor. Si impiegano quando si vuole rimarcare che la lotta rivoluzionaria per la LIBERTà e la PACE esige dei NUOVI rapporti umani.
Mente sana in corpo rebellio: “Mente sana in corpo rivoluzionario” – Adagio derivato da giovane Santo Impostore (Le necessità per aver una mente SANA (scritto dopo la dichiarazione della guerra civile), p. 67567). Intende rimarcare che la sanità del corpo è una condizione importante per la salute dello SPIRITO RIVOLUZIONARIO.

Scritto da un bambino che non sa il latino.